TRA LE 21 STORIE DA RACCONTARE C’E’ ANCORA QUELLA DELLA YETS FOUNDATION

Giorni di gare ma anche di servizi sui media e di interviste per i giovani atleti, presenti a Reggio Emilia per la sesta edizione dei Giochi Internazionali del Tricolore. Per dovere di ospitalità e per “fascino”, i fari sono puntati soprattutto sulle delegazioni straniere, protagoniste dentro e fuori dai campi di gioco coi loro colori e col loro entusiasmo.
Di storie da raccontare ce ne sarebbero perlomeno 21, una per ogni Paese estero presente, che già salirebbero a 23 tenuto conto che Germania e Spagna sono in città con due delegazioni distinte ciascuna. Tra le più gettonate dai media la spedizione sudafricana della Provincia del Gauteng, per l’aspetto numerico (quasi 250 presenze), folkloristico (canti e balli in centro sono all’ordine del giorno) e perché si tratta di un debutto ai Giochi, tra l’altro proprio nel centenario della nascita di Nelson Mandela.
Ma senza nulla togliere a tutte le altre delegazioni, merita una citazione la spedizione olandese di Schiedam (Lentiz Life College), a Reggio Emilia per la seconda volta dopo il debutto nel 2015; più che una spedizione è un progetto dedicato a ragazzi in difficoltà, che nasce dalla fondazione Yets. Un acronimo che dice tutto: Youth Empowerment Trough Sports. Ovvero: responsabilizzazione dei giovani attraverso lo sport.
La medaglia d’oro all’iniziativa è d’obbligo.

 

La foto si riferisce all’articolo pubblicato domenica 8 luglio, a firma Monica Rossi, da Il Resto del Carlino.