Non solo gare ed esibizioni, ma anche momenti di incontro e confronto. Nel ricco programma collaterale dei Giochi Internazionali del Tricolore è andata una scena non un’ingessata conferenza, ma una più informale e per nulla banale conversazione sul tema dello “sport come opportunità di cambiamento: superare le disuguaglianze”. L’intercultural corner allestito in Piazza della Vittoria-Villaggio Olimpico, davanti a una folta rappresentanza sudafricana, ha così raccolto sette eterogenee testimonianze, introdotte dai saluti dei “padroni di casa” Serena Foracchia, assessora a Città Internazionale, ed Emanuele Maccaferri, consigliere della Fondazione per lo Sport del Comune di Reggio Emilia.
In rigoroso ordine d’intervento: Mario Cipressi (direttore Centro Interculturale Mondinsieme) ha individuato nel rugby l’emblema dello sport inclusivo, in cui “la diversità fisica fra i tipi di atleta è una regola”; Solomon Duke Affare, in rappresentanza della delegazione ghanese ai Giochi, ha parlato dell’associazione GhRe (acronimo di Ghana-Reggio): “In un periodo in cui il diverso spaventa e si alzano muri, noi crediamo a progetti opposti”; Francesco Messori, capitano della Nazionale di calcio Amputati, ha raccontato la sua esperienza e ha lanciato alcuni segnali forti e chiari: “Inseguite sempre i vostri sogni, non sottovalutate le vostre capacità e non vergognatevi di quello che siete”; Amel Kapo (Sarajevo, delegazione Bosnia) ha parlato del progetto che lo vede coinvolto su ragazzi con disabilità di diverso tipo; idem Silvio Lusetti (Gast Onlus), che ha rivendicato il ruolo centrale della famiglia e presentato la sua associazione, il cui acronimo dice tutto: Giochiamo Anche Se Triboliamo; l’11enne Matteo Battistuzzi (ADRE-Associazione Sport Disabili Reggio Emilia) ha parlato della sua passione per il basket e della recente esperienza in Nazionale; Jerry Momkou (Schiedam, delegazione olandese) ha illustrato il progetto sportivo Lentiz Life College, dedicato a ragazzi con disagi sociali.
Chiamata agli straordinari l’interprete Arianna Dall’Olio; chiusura affidata a Maccaferri: “Sarebbe bello che le parole di Nelson Mandela, più volte rievocate in questi giorni, venissero tenute presenti non solo in occasione di grandi manifestazioni, ma anche una volta spenti i riflettori, quando lo sport tornerà a essere solo ricerca del risultato e della vittoria”. Amen.